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Coincidences - Stazione Termini

Ho fotografato Stazione Termini per circa 1 anno, perdendomici come la prima volta che l'ho vista, sempre a ore diverse, con l'intenzione di entrare in collisione con chi e cosa incontravo.

Ho analizzato la stazione come

"luogo transitorio", ogni giorno 500.000 mila persone la attraversano ed è molto raro che entrino in contatto l'una con l'altra.

 

 

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Pioggia e sole bagnano la sua pelle sporca. Lei ferma si lascia vivere, come ogni grande simbolo di Roma.
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Esistono dei luoghi transitori, vere e proprie centrali di scambio.

Stazione Termini ricorda la temporaneità delle cose, la transizione, la non staticità.

Il dualismo tra quello che dovrebbe essere e quello che si manifesta.

Se considerassimo noi uomini come quanti, ossia la particella/onda primaria e indivisibile di cui è formata l’energia, e il sistema socio-culturale nel quale siamo inseriti la proiezione luminosa di cui facciamo parte, ne dedurremmo che l’essere umano è un vero e proprio contenitore traghettatore di energia.

In questo contesto la Stazione sarebbe un canalizzatore catalizzante di uomini-energia.

L’esistenza del luogo è dunque data da chi lo transita donandogli il proprio tempo.

E’ così, con il tempo degli uomini, che Stazione Termini definisce la propria esistenza.

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Elementi statici e atomi impazziti quotidianamente o/e  sporadicamente la vivono.
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"Coincidences" è un progetto di ricerca che si è svolto tra il 2018 e il 2019. Tutte le foto sono state scattate alla Stazione Termini di Roma.
E' disponibile in formato cartaceo come fanzine su richiesta.
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