Coincidences - Stazione Termini
Ho fotografato Stazione Termini per circa 1 anno, perdendomici come la prima volta che l'ho vista, sempre a ore diverse, con l'intenzione di entrare in collisione con chi e cosa incontravo.
Ho analizzato la stazione come
"luogo transitorio", ogni giorno 500.000 mila persone la attraversano ed è molto raro che entrino in contatto l'una con l'altra.


Pioggia e sole bagnano la sua pelle sporca. Lei ferma si lascia vivere, come ogni grande simbolo di Roma.





Esistono dei luoghi transitori, vere e proprie centrali di scambio.
Stazione Termini ricorda la temporaneità delle cose, la transizione, la non staticità.
Il dualismo tra quello che dovrebbe essere e quello che si manifesta.
Se considerassimo noi uomini come quanti, ossia la particella/onda primaria e indivisibile di cui è formata l’energia, e il sistema socio-culturale nel quale siamo inseriti la proiezione luminosa di cui facciamo parte, ne dedurremmo che l’essere umano è un vero e proprio contenitore traghettatore di energia.
In questo contesto la Stazione sarebbe un canalizzatore catalizzante di uomini-energia.
L’esistenza del luogo è dunque data da chi lo transita donandogli il proprio tempo.
E’ così, con il tempo degli uomini, che Stazione Termini definisce la propria esistenza.








Elementi statici e atomi impazziti quotidianamente o/e sporadicamente la vivono.

